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Questione ospedaliera cistranese: la parola a Giampiero Bennardi

Abbiamo raggiunto per voi il consigliere di maggioranza al Consiglio comunale di Cisternino Giampiero Bennardi. Gli abbiamo chiesto chiarimenti sulla questione ospedaliera cistranese e sul futuro della sanità a Cisternino.

questione ospedaliera e sanità cistranese giampiero bennardi
Giampiero, cosa ci puoi dire in merito alla chiusura dell’ospedale di Cisternino?

«Innanzitutto, sgombriamo il campo dagli equivoci, creati ad arte, sulla chiusura temporanea dell’Ospedale di Comunità e delle prestazioni specialistiche ambulatoriali presso il nostro Presidio sanitario.

Queste chiusure temporanee (ci tengo a sottolineare temporanee) sono avvenute su tutto il territorio nazionale e non solo a Cisternino, come da disposizioni emanate con i vari Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri (ultimo quello del 08.03.2020 recante ulteriori misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, applicabili sull’intero territorio nazionale), disposizioni recepite anche dalla Regione Puglia e conseguentemente dalla ASL-BR con nota prot. n. 19453 del 08.03.2020 con la quale si disponeva la sospensione con decorrenza immediata e sino al 31 marzo 2020 (più volte reiterato) di tutte le attività sanitarie non urgenti.

Nella nostra provincia, sono stati individuati i quattro Ospedali di Comunità (Fasano, Mesagne, Ceglie Messapica e Cisternino) come Ospedali Covid post-acuzie, cioè trasformati in Ospedali per l’accoglienza di tutti coloro già in fase di negativizzazione, che è necessario dimettere dagli Ospedali per acuti (nel nostro caso il Perrino) per tenere liberi i posti letto che potrebbero servire a nuovi acuti.

Ovviamente non si poteva pensare di allocare il post acuzie nella nostra struttura di via Cappuccini, per tutta una serie di motivazioni, comprese quelle indicate dal dott. Giovanni Canzio nella qualità di rappresentante dei Medici di famiglia, con la sua missiva del 27 marzo u.s., indirizzata al Presidente della Regione Puglia, al Direttore del Dipartimento Salute della Regione Puglia, alla Direzione Generale, Sanitaria e Amministrativa della ASL BR, al Direttore Distretto di Fasano, al sindaco di Cisternino, al Comitato Salute di Cisternino, alla FIMMG, ai Media e alla popolazione di Cisternino, cioè a tutto il mondo, il quale ha sollevato una grave questione di inidoneità della struttura di via Cappuccini e sulla quale è impossibile porre riparo per evidenti limiti strutturali».

Quali sono state le motivazioni che hanno portato all’apertura della Casa della Salute come Ospedale post-Covid?

Questione ospedaliera e sanità cistranese

«Le motivazioni poste alla base della proposta dell’Amministrazione comunale di individuare la struttura impropriamente denominata “Centro Alzheimer” come Ospedale Covid post-acuzie, sono state sostanzialmente le seguenti:

  1. La struttura di via Cappuccini non era idonea dal punto di vista strutturale a garantire i servizi e la sicurezza rispetto alle contaminazioni, soprattutto perché troppo integrata e comunicante con ambulatori specialistici – sala radiologia – sala prelievi – Cup e uffici Asl;
  2. Una volta insediato il post Covid era impensabile, almeno finché esso è in funzione, riattivare tutti gli altri servizi del PTA  (in questi giorni registriamo la graduale riapertura di tali servizi) proprio per la commistione con tale reparto;
  3. A causa dell’emergenza si era creato finalmente lo spiraglio per poter attivare la nuova struttura di via Magellano ancora bisognevole di ulteriori ingenti investimenti (basti vedere l’elenco dei lavori effettuati e delle attrezzature sanitarie acquistate, senza trascurare gli arredi) che in questa fase potevano essere garantiti dalla Asl, cosa che ci consentirà di vedere la riapertura in brevissimo tempo, cioè quello strettamente necessario per eseguire qualche altro intervento di completamento;
  4. Infine, non di minore importanza, si sarebbe avuta la possibilità di mantenere a Cisternino il personale sanitario (infermieri, O.S.S e addetti ai servizi ausiliari) che in caso contrario, vista la temporanea chiusura dell’Ospedale di Comunità, sarebbero stati destinati in altre strutture sanitarie della provincia, in attesa di un ritorno a Cisternino quando esso sarebbe stato riaperto. Cosa alquanto rischiosa, almeno quanto a termini temporali, per il semplice motivo che la lettera del dott. Canzio, citata prima, ha messo in serio pericolo l’ubicazione dell’Ospedale di Comunità in via Cappuccini, visto che sottolinea in maniera chiara e precisa il non rispetto dei requisiti minimi previsti.

Io ritengo, quindi, che la scelta operata sia stata lungimirante: ora finalmente abbiamo una struttura che con pochi altri interventi, tra l’altro alcuni già progettati e finanziati, risponde ai parametri di legge e che in futuro nessuno potrà mettere in discussione.

Non si può pensare di andare avanti sempre con deroghe borderline, accettando il rischio concreto che in ogni istante può esserci qualcuno che mette in discussione questo servizio.

Di contro vorrei vedere chi potrebbe mai avere il coraggio di chiudere una struttura, adeguata a tutti i parametri di legge, che ha richiesto ingenti finanziamenti pubblici per essere attivata!

Non capisco l’ostinazione di qualcuno nel voler tornare indietro: nel campo della salute non si possono fare ragionamenti sentimentalistici, è necessario migliorarsi sempre e soprattutto, per quanto riguarda la parte politica di cui io in questo momento sono un rappresentante, bisogna fare di tutto per mettere a disposizione dei nostri eccellenti operatori sanitari e dei nostri cittadini strutture idonee e al passo con i tempi».

Questione ospedaliera e sanità cistranese

Quali sono le prossime mosse da attuare per non perdere un presidio ospedaliero a Cisternino?

«Le prossime mosse da fare saranno le seguenti:

  1. Utilizzare questo tempo in cui la struttura di via Magellano sarà utilizzata come Ospedale post Covid, per progettare le modifiche necessarie al fine di renderlo idoneo per l’utilizzo come Ospedale di Comunità (gas medicali – dotare tutte le stanze di bagno – installare l’ascensore per le barelle per il quale è già previsto l’alloggiamento – ricavare la camera mortuaria e la palestra);
  2. Concordare con la Regione la trasformazione del piano terra da Centro Alzheimer a Ospedale di Comunità; (cosa che è possibile fare in tempi brevi)
  3. Far partire subito la costruzione della strada di accesso per la quale la Regione Puglia ha già stanziato un finanziamento di € 500.000,00;
  4. Sollecitare il completamento del progetto di costruzione dell’ulteriore ala della struttura di via Magellano (progetto che già la ASL-BR ha affidato all’ASSET), in modo da avviare subito i lavori tra l’altro già finanziati».
Considerazioni conclusive?

«Per chiudere, consentitemi una nota polemica, ma anche di chiarimento. Nessuno mai si è sognato di barattare i servizi sanitari di Cisternino con un qualcosa di indefinito, così come qualche controparte politica e qualche medico ha continuato a dire in questi mesi.

Piuttosto abbiamo cercato, e siamo ancora impegnati in questo, di ottenere il massimo possibile dopo lunghi anni in cui, in campo sanitario, siamo stati depredati di tutto. Non consentiremo a nessuno di fermarci in questo nostro piano di rilancio della sanità sul territorio cistranese.

Mi rendo conto che l’impegno è importante: se questo vogliamo farlo insieme, facendo comunità, senza calcoli politici, ne saremo felici, ma sia chiaro che siamo pronti anche a farlo da soli, non esitando ad utilizzare, come abbiamo fatto fino ad oggi, tutte le risorse necessarie che potranno aiutarci a raggiungere nel più breve tempo possibile questo importante obiettivo».

Luigi Demola

foto anteprima Casa della salute via Magellano (foto di Vito Zizzi)

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