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Post Post-COVID a Cisternino

Post-COVID a Cisternino

Lunedì 4 maggio inizierà una fase nuova per la sanità pugliese: il lento ripristino delle attività sanitarie non di urgenza-emergenza, dopo due mesi di blocco dei ricoveri programmati, delle prestazioni ambulatoriali e assistenziali pubbliche e private.

Covid hospital post acuzie, ospedale post-covid

Mentre scrivo (1 maggio), in Regione si sta preparando il programma delle aperture, delle modalità e delle limitazioni, di cui avremo notizie prossimamente.

Penso comunque che dovremo arrivare al giorno 11 maggio per capire bene cosa e come fare, visto che in settimana sono previsti incontri con i sindacati e con gli Ordini professionali, ma la linea è quella di sbloccare tutte le liste di attesa ferme dal 9 marzo e richiamare i pazienti già prenotati che non devono rifare nuove prenotazioni. Si passa finalmente al ripristino delle attività sanitarie territoriali, senza le quali, le norme costituzionali di tutela della salute dei cittadini erano state sospese.

Verranno ripristinati anche i ricoveri nelle RSA, RSSA, case di riposo e centri diurni ma NON NEGLI OSPEDALI DI COMUNITÀ, che resteranno ancora al servizio dell’assistenza post-Covid, senza alcuna determinazione di tempo, in quanto vincolati all’evoluzione della pandemia, sia a breve, con l’allentamento delle norme restrittive, sia per la stagione autunno-inverno, durante la quale alcuni esperti prevedono un nuovo picco epidemico.

La Regione ha chiarito che non smantellerà la rete ospedaliera Covid, che prevede ospedali per acuzie (infettivologia, medicina generale e terapia intensiva) e per post-acuzie (i 4 OdC dei PTA della provincia di Brindisi nel nostro caso).

In Italia, secondo le nuove indicazioni ministeriali, dovrebbe rimanere attivo un ospedale Covid per milione di abitanti ossia quattro in Puglia e certamente non sarà il Perrino tra questi.

Alla luce del contrazione dei contagi e dei ricoverati, con nota interna della direzione ASL BR, si è dato il via al reintegro del personale del Covid-Perrino nell’attività ordinaria di reparto, dopo 7 giorni di permanenza domiciliare fiduciaria e successiva negatività del tampone.

Il nostro “Covid hospital post acuzie”, così definito ufficialmente con un mix linguistico anglo-italiano, ha accolto i primi pazienti solo ieri 30 aprile 2020, quando la Regione sta ormai dichiarando chiusa la fase emergenziale e riaprendo i PTA.

A dimostrazione che la necessità della sua apertura non aveva alcun fondamento strategico se non quello di:

 1) sfruttare l’occasione “tragica” per rendere agibile la struttura di via Magellano con interventi in somma urgenza per accelerare il trasferimento del PTA.

In questo caso dovremo ringraziare chi si è adoperato per questo impegno smisurato, dopo anni di negazioni e abbandoni della Casa della Salute;

2) creare un unico ospedale post-Covid dell’ASL BR, che possa garantire da solo, con ben 24 posti letto, la rete ospedaliera post-acuzie per tempi lunghi (almeno fino alla prossima primavera) o fino al suicidio del Coronavirus.

Se così fosse, dovremo pensare a una grande opposizione civile della popolazione di Cisternino verso la politica locale e regionale e verso la gestione sanitaria aziendale. 

Il sindaco, nella sede ufficiale della Consulta della Sanità del 29 aprile scorso, ha ufficialmente escluso il punto 2) affermando che i 4 Ospedali di Comunità riapriranno in contemporanea quando la Regione deciderà.

La parola del primo cittadino, nonché medico, è una garanzia per la comunità di Cisternino e lo ringrazio per questo impegno pubblico.         

Io sono solo un umile operatore sanitario di periferia, ma dopo 40 anni di servizio nel SSN, ho imparato che i fatti in sanità non accadono mai per caso.

Ad alcune domande non trovo risposte adeguate:

– Perché a Cisternino un post-Covid con ben 24 posti letto quando il nostro OdC ne aveva attivi solo 12 e l’OdC di Fasano ne aveva solo 10?

– Perché il nostro post-Covid ha un responsabile medico ospedaliero e non territoriale come gli altri?

– Perché per il nostro sono stati assunti sei medici (con costi elevati per la comunità) mentre negli altri operano i medici interni che, con lo sblocco immediato delle attività ambulatoriali dei PTA, dovranno tornare necessariamente alle loro mansioni professionali?   

– È un caso il nostro che il post-Covid di Cisternino sia l’unico nell’ASL allocato in una struttura “indipendente” dal resto delle attività del PTA e creato dal quasi nulla con una rapidità che sfida Amazon Premium?    

 – Perché siamo gli unici in Italia che apriamo un ospedale Covid a maggio, mentre tutti gli altri stanno   cominciando a  chiudere, Lombardia compresa?

 Cisternino in sanità è piccolo e fragile,  siamo come Don Abbondio di manzoniana memoria “come un vaso di terra cotta, costretto a viaggiare in compagnia di molti vasi di ferro”.

Ma come Don Abbondio  sopravvisse alla peste pur vaso di coccio, noi gente di Cisternino, sopravviveremo a qualsiasi ingiustizia, sopraffazione e inganno.           

Cisternino, 1 maggio 2020

Dott. Giovanni Canzio

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