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L’agonia del PTA (Presidio Territoriale di Assistenza) di Cisternino

Il PTA di Cisternino (Presidio Territoriale di Assistenza) che sarà allocato nella nuova Casa della Salute in via Magellano non mostra segnali confortanti riguardo al futuro. Mi spiace essere sempre la persona che profetizza scenari negativi, ma la storia insegna che ho avuto ragione riguardo la chiusura dell’Ospedale di Cisternino e successivamente della Lungodegenza. Il pesante sospetto attuale riguarda l’ennesimo lento depauperamento dei servizi sanitari residuali.  

Il PTA di Cisternino
Veniamo agli indizi:

1) A settembre Il PTA di Cisternino si trasferirà nella nuova struttura di via Magellano che è assolutamente insufficiente per tutti i servizi previsti dalla delibera di istituzione del nostro presidio. L’Ospedale di Comunità, al piano terra, avrà solo 11 posti letto contro i 16 previsti. Al piano superiore i servizi distrettuali non hanno spazi utili per cui alcuni resteranno nella struttura di via Regina Margherita o, in alternativa, soffocati in spazi angusti in quella nuova. Viste le norme in atto per la pandemia, la prima ipotesi sembra la più valida. Per l’ASL ciò significa gestire due strutture, in termini economici e di personale, cosa che non accade in nessun comune.

Del resto il PTA nasce per essere un punto di riferimento unico per la sanità territoriale in cui accentrare tutti i servizi. Dividerlo in due tronconi non ha alcun senso. La risposta pubblica sarà che ci sono i soldi per una nuovo corpo di fabbrica da progettare e costruire in via Magellano. La controrisposta è: vediamo i soldi, il terreno, le pratiche burocratiche, il progetto definitivo, l’inizio lavori e il cronoprogramma. Immaginate che da tempo ci dicevano che era pronto il progetto per la costruzione del secondo piano:

oggi scopriamo che tecnicamente non ci sono le condizioni statiche per farlo.

2) Il risultato finale dei lavori in atto  a Cisternino e Fasano sarà che l’OdC di Fasano passa da 10 a 20 posti letto. Cisternino da 12 a 11 contro i 16 previsti.

3) Sembra sia sorto un problema serio di sicurezza riguardo il trasferimento della radiologia nella Casa della Salute al piano superiore. Se rimane in via Regina Margherita avremo alcuni problemi critici per l’esecuzione di esami radiologici dei ricoverati in OdC. Trasferire i pazienti con l’ambulanza ogni volta? Quale ambulanza? I PTA non hanno tale servizio. Un ritorno nel medioevo della sanità. 

4) Le postazioni del PPIT e del 118 rimangono distaccate nella vecchia sede sebbene il PTA preveda la loro allocazione all’interno della struttura. Cosa accadrà del PPIT? Nell’ultima delibera è stato cancellato solo per Cisternino. Che garanzia abbiamo dalla politica? Perché non si modifica tale delibera? La domanda fondamentale è: può esistere un PTA senza PPIT?

5) Passiamo ai servizi partendo dai Day Service per diabete e scompenso. Mai attivati e senza alcun segnale di probabile attivazione. Anzi, abbiamo perso anche l’ambulatorio specialistico di diabetologia che serviva tutta la nostra popolazione senza alcuna sostituzione ancora all’orizzonte. Chiuso anche l’ambulatorio di urologia. L’oculista è andato via per mancanza delle più elementari attrezzature specialistiche. Il geriatra ci ha salutati. Il servizio di pneumologia non è ancora attivo malgrado le mille promesse. Ma che PTA è?

6) Il prossimo pensionamento ci priverà anche della dott.ssa Rosa Convertini che era l’unico medico presente nel PTA ogni mattina, anche se per breve tempo.

Chi sarà il responsabile medico presente nel nostro PTA? Chi firmerà ogni mattina le decine di pratiche? Chi si occuperà della vigilanza sanitaria del presidio? Provvederà la sede del distretto a Fasano?

7) Anche l’ufficio anagrafe (iscrizione, cambio medico, ticket) ha perso un impiegato per pensionamento mai sostituito e l’unico rimasto è costretto a presenze alterne per cui molto spesso l’ufficio è chiuso. Per i casi urgenti basta rivolgersi a Fasano.

8) L’ufficio vaccinazioni-medico legale non ha un medico fisso, ma il servizio è garantito solo in alcuni giorni della settimana, facendo capo al servizio di Fasano. 

9) Non sarà possibile nemmeno avere un’ AFT (Aggregazione Funzionale Territoriale dei medici di famiglia e Continuità Assistenziale) nel PTA di Cisternino. “Ciascun PTA ospiterà una AFT, costituita dai medici di Assistenza Primaria del comune/ambito di scelta di riferimento secondo i limiti indicati dagli accordi: per le prestazioni relative alle cure primarie e alla medicina di iniziativa, la popolazione di riferimento del PTA è rappresentata prioritariamente dagli assistiti in carico ai medici di AP con sede nel PTA. L’avvio delle AFT dovrà avvenire prioritariamente nei PTA collocati in aree geografiche a minore infrastrutturazione sanitaria, garantendo operatività nell’arco di dodici ore. Il presidio nelle ore notturne sarà garantito dalla continuità assistenziale collocata nella medesima sede (Deliberazione_N_1001_3_del_12.06.2018)”.

10) Diamo uno sguardo ora al PTA di Fasano con in organico 20 posti di OdC e 10 di OdC pediatrico. Oltre a tutti gli ambulatori specialistici vi è la sala operatoria per chirurgia, oculistica e chirurgia plastica, oncologia, emodialisi e farmacia territoriale che serve anche Cisternino. Radiologia con TAC e mammografo. Ma soprattutto vi sono 7 milioni di euro pronti ad essere spesi per ristrutturare  l’Ospedale Umberto I,  sede del PTA.

Mettiamo insieme questi 10 indizi  ricordando che il PTA di Fasano e quello di Cisternino fanno parte dello stesso distretto (Fasano-Ostuni-Cisternino), con lo stesso direttore responsabile (dott.ssa Rosa Rosato).

Viste le difficoltà nel reperire spazi e medici, in attesa che la radiologia veda il pensionamento dell’ultimo dipendente storico stabile, la soluzione è inevitabile: fusione con istituzione di un unico PTA DI FASANO-CISTERNINO e, con il tempo, di un PTA DI FASANO con sede staccata di Cisternino. Del resto, in tutte le recenti delibere il PTA di Cisternino non viene mai più citato. Si parla solo e sempre di struttura polifunzionale “CASA DELLA SALUTE” che giuridicamente non significa nulla. Al contrario di Fasano, Ceglie Messapica, Mesagne e San Pietro Vernotico. 

In realtà la volontà e le colpe non saranno  di nessuno perché  l’ennesima fagocitosi della nostra piccola realtà sanitaria autonoma e indipendente è già iniziata da tempo. Deve solo concludersi e lo sarà ufficialmente per carenza di medici, di spazi e di servizi. Morte per cachessia da cause naturali e non per omicidio volontario. Andremo a Fasano sempre  più spesso per usufruire dei servizi qui inefficienti o  mai istituiti.  Immaginate una  rivolta dei cistranesi? No, megghie ca chiud.

dott. Giovanni Canzio

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