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I ragazzi del liceo “Punzi” si raccontano… continua

I ragazzi del Liceo Punzi si raccontano.
Tanti alunni del Liceo Punzi di Cisternino  hanno dato libero sfogo a sensazioni, impressioni, riflessioni sulla particolarità della situazione creatasi a causa dell’emergenza Covid 19.
Da esse emergono delusione, malinconia, noia, tristezza, ma anche responsabilità, fantasia, speranza , consapevolezza che da un periodo di criticità si possa imparare a dar più valore alla normale quotidianità dell’essere adolescente: la scuola, gli amici, i professori, la ricreazione, la campanella, l’ansia delle verifiche, i viaggi di istruzione, gli hobby, i pomeriggi e le serate in compagnia, …la libertà.
Continuiamo a proporre i loro lavori…

I ragazzi del liceo Punzi si raccontano
…L’ambiente è più pulito…

@ Sicuramente quello che stiamo vivendo, è un periodo molto difficile, perché ci ha cambiato la vita in tutti i sensi; ma  ha sicuramente avuto, dei lati positivi; ci è servito ad organizzare meglio le nostre idee, a riflettere sul nostro percorso di vita  ed anche ad usare meglio gli strumenti tecnologici.
Questo periodo, è stato importante per l’ambiente, infatti lo smog è diminuito, anche se per un breve periodo.
Per me, che vado a scuola, è stato molto difficile adattarmi con le lezioni online e la didattica a distanza, ma riesco comunque ad organizzarmi nel fare le cose.
Trovo anche lo spazio per coltivare interessi che prima trascuravo, come leggere, vedere la tv o ballare.
Per quanto riguarda la famiglia sono migliorati molto i rapporti, perché abbiamo più tempo per stare insieme e dialogare su tutto.
Con gli amici ormai ci si vede quasi ogni giorno in videochiamata, ma mancano lo stesso tutti i momenti in cui si stava insieme.
Sono sicura che se tutti rispetteranno le regole impartite dal governo, andrà tutto bene e  sono molto fiduciosa per il futuro.
Maria Elia 1 BL

…Ho apprezzato quello che prima non ritenevo fondamentale…

I ragazzi del liceo Punzi si raccontano

@ Da quando sono state chiuse le scuole è iniziata anche per me la “mia quarantena”.
All’inizio ero felice che le scuole sarebbero state chiuse solo per poco, poi però quando la situazione è peggiorata dalla felicità sono passata alla tristezza.
L’idea di non rivedere professori e compagni e svolgere  le lezioni in video  mi ha disorientata. Inoltre il dover “familiarizzare” anche  con la tecnologia, sinceramente, mi ha un sconvolta, anche se ora va molto meglio.
Nonostante ciò stare a casa mi ha fatto riflettere moltissimo e mi sono resa conto di quali cose sono necessarie e quali no per la vita. Ad esempio, mi ha fatto molto riflettere il valore di avere una “famiglia”.
Questo periodo di quarantena mi ha anche aiutato ad apprezzare tutto ciò che prima non ritenevo fondamentale.
Ripensando ai primi di marzo ho vissuto con la costante paura che io e la mia famiglia potessimo contrarre questo maledetto “virus” ed anche il pensiero di stare in isolamento lontana da tutto e da tutti mi ha fatta allarmare.
Grandissima preoccupazione  ho avuto per mio padre, fuori regione per lavoro, con il terrore che non potesse ritornare a casa.
Malgrado queste prime forti preoccupazioni quando mio padre è tornato a casa sono stata più tranquilla e serena e abbiamo vissuto  e continuiamo a vivere questa  brutta e surreale situazione più uniti che mai.
Ora come ora sono più rilassata e felice, sperando che tutto passi quanto prima.
Verzillo Sonia 1CSUE Liceo Punzi

…Il virus ha viaggiato in tutto il mondo in un batter d’occhio…

@11 maggio 2020. 68 giorni, 1632 ore, 97920 minuti e vi risparmio i secondi. In quarantena, in isolamento, in lockdown… chiusi in casa insomma.
Sappiamo tutti di chi è la colpa e non starò qui a parlarvi di lui, del virus, che ha “fatto un baffo” a Charles Darwin viaggiando tutto il mondo in un batter d’occhio, senza darci nemmeno il tempo di metabolizzare la cosa.
Inutile dire che noi ragazzi, come il resto delle persone, stiamo vivendo malissimo questa situazione.
Questo virus ci sta portando via gli anni migliori della nostra vita.
Una delle poche estati da adolescenti che ci restano, per alcuni anche l’ultima, sta per venire stravolta completamente.
Festa dei 100 giorni, cena di fine anno, festa in spiaggia, in piscina, all’acquapark… tutto annullato, tutto un sogno per quest’anno.
Ora siamo in casa, annoiati, stanchi, stanchi di non far niente.
Vogliamo uscire, vedere i nostri amici, restare in giro fino a tardi, andare al mare a divertirci, in discoteca a ballare come pazzi, e, non pensavo di arrivare mai a dirlo, ma vogliamo tornare a scuola.
Rimandare la sveglia consapevoli che così faremo tardi, correre giù per le scale fino alla fermata del pullman e supplicare l’autista di fermarsi.
Salire quelle scale lentamente e con i piedi che sembrano di piombo, sentire il bidello urlare “BUONGIORNO!” nei corridoi e arrivare in classe e vedere 30 facce assonnate, facce di cui sento la mancanza giorno dopo giorno.
Questa quarantena ci ha portato via la normalità, le banalità che in realtà tanto banali non sono.
Ci sta facendo riflettere sulle cose davvero importanti, ci sta dimostrando quanto sia importante stare bene e quanto poco ci voglia per essere felici. Ora sappiamo quanto è terribile sentire la mancanza di qualcuno,  sentire un vuoto che non può essere colmato da una persona qualsiasi, perché la forma di un cerchio non può riempire un foro quadrato.
Il virus ci sta cambiando, avrà cambiato le nostre abitudini, alcuni nostri comportamenti e alla fine di tutto ci avrà reso diversi.
Il mondo sarà diverso. E anche se attualmente non riusciamo ad immaginarci un futuro diverso dal presente, sono sicura, che un futuro diverso dal presente c’è.
Certo non lo vivremo immediatamente, ma torneremo ad abbracciarci, a divertirci e ad essere spensierati, ma più responsabili e più consapevoli di prima.
Potrei star qui a scrivere riguardo questa situazione per ore, ma scelgo di affidarmi a Seneca che diceva: “Anche se il timore avrà sempre più argomenti, scegli la speranza”.
Francesca Rubino  Classe 2 SA

(a cura di Gloria Erriquez)

I ragazzi del liceo Punzi si raccontano

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