Verso il vaccino anti COVID
-dott.Giovanni Canzio-
Verso il vaccino anti Covid
Iniziato il conto alla rovescia per l’inizio della campagna vaccinale anti-Covid con le tre aziende Pfizer, Moderna e Astra-Zeneca ai blocchi di partenza (in ordine di attesa per l’autorizzazione europea) per inondare il mondo occidentale di centinaia di milioni di dosi e porre fine all’incubo pandemico.
Inutile negarlo, non abbiamo trovato nessuna terapia specifica per il Sars-Cov-2 dopo le illusioni e i pasticci fatti con la clorochina, il remdesivir e il plasma iperimmune. L’unica terapia è la prevenzione. E la prevenzione assoluta è data dall’isolamento individuale, per cui si evince che la lotta contro la pandemia non è affrontabile sui tempi lunghi con il lockdown di qualsiasi genere e colore.
Non conoscendo ancora bene l’evoluzione del virus e l’immunità naturale nel tempo, è chiaro che una convivenza per molti anni potrebbe mettere in ginocchio l’intero pianeta. Al momento il vaccino è l’unica speranza per creare una barriera tra il contagio e la malattia, così da permettere un ritorno alla complessità della vita quotidiana. Si tratta di un vaccino nato in pochi mesi grazie alla ricerca e alla tecnologia del 2020, superando tutti gli ostacoli dei tempi lunghi della ricerca e delle autorizzazioni.
Ma è anche vero che sarà un vaccino che completerà gli studi clinici della fase 3 mentre è in fase 4: in altre parole ne capiremo molto di più mentre lo useremo su miliardi di persone.
I dati presentati sull’efficacia superiore al 90% sono eccezionali ma ottenuti su gruppi di volontari sani molto limitati e osservando solo qualche centinaio di casi Covid.
Non conosciamo la reale efficacia sulla popolazione reale, non sappiamo quanto durerà l’immunità vaccinale, non sappiamo se i soggetti vaccinati siano in grado di infettare altri soggetti o meno. Tutto questo avverrà nella fase 4 (la sorveglianza dopo l’immissione in commercio).
Ricordiamo anche che la tipologia di vaccino delle tre aziende è in uso per la prima volta e si differenzia molto da quella di altri vaccini: dovrebbe garantire più sicurezza, più efficacia, più velocità di produzione e meno costi. Non spetta a noi fare queste valutazioni che sono di competenza delle agenzie regolatorie dei farmaci (EMA per l’Europa). L’EMA già a fine dicembre esprimerà il proprio parere sul vaccino della Pfizer e poi a seguire su Moderna e Astra-Zeneca.
Ricordiamo che già esiste per il primo vaccino il parere favorevole delle agenzie USA e della Gran Bretagna, mentre Russia e Cina hanno vaccini propri già autorizzati da loro stessi. Da noi si partirà a fine gennaio con una campagna vaccinale a gradini che si protrarrà fino in autunno con ben 200 milioni di dosi prenotate (ne servono due a distanza di un mese).
La prima fase riguarderà i soggetti più esposti all’infezione e verrà effettuata presso centri vaccinali ospedalieri (sarà il vaccino più complesso da conservare perché necessita di temperature molto basse). In una seconda fase la vaccinazione andrà estesa ad altre fasce di popolazione e sarà affidata anche ai medici di famiglia, come accade da decenni per quella antinfluenzale.
Non vedo alcuna complessità nella gestione di una campagna vaccinale di massa come alcune fonti vogliono presentare. Vaccinare 40 milioni di persone in sei – otto mesi è una impresa normalissima per chi lavora sul campo.
Il limite è dato solo dalla disponibilità dei vaccini, come già visto in queste settimane per la campagna antinfluenzale che ha fatto abortire le giornate vaccinali previste a Cisternino.
I 70.000 medici di famiglia e pediatri di libera scelta italiani dovrebbero vaccinare 600 pazienti a testa in tutto il 2021… quanti siamo in grado di vaccinare in un mese per l’influenza! Visto che milioni di vaccinazioni saranno effettuate negli ospedali, nei centri vaccinali, nelle RSA, nelle aziende e nei presidi militari, sarà una normalissima attività per chi sa già lavorare in questo settore.
Il messaggio che vorrei inviare al commissario Arcuri: voi pensate ai vaccini e alla vaccinazione ci pensiamo noi.
Intanto sono certo che i nostri governanti, politici, comitato tecnico-scientifico e virologi vari si faranno somministrare per primi il vaccino anti-Covid. Magari in diretta televisiva (dopo tutte le dirette di questi mesi), per mandare un chiaro segnale a tutta la popolazione che la vaccinazione, oltre che un diritto di ogni cittadino, è anche un dovere verso la comunità tutta.
6 dicembre 2020