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La Pasqua del 2020

 

È stato certamente molto strano e traumatizzante l’inizio di questo anno 2020.

Chiesa madre di Cisternino

Solo alcuni mesi fa avevamo pensato ed augurato un anno felice, sereno e migliore di quello che avevamo lasciato alle spalle.

Siamo invece piombati in una situazione mai sperimentata, inaudita ed impensabile:

costretti a convivere nella paura di un contagio da cui non si riesce ad uscire facilmente con la medicina, solo arginarlo con una quarantena.

Isolati da tutti e chiusi in una paura che potesse contagiare anche noi.

Veramente una esperienza bruttissima.

Per i credenti poi è stata ed è una novità inaudita e non descrivibile: la privazione della Festa del Signore che si incontra vivo con i suoi discepoli nel giorno a Lui dedicato: la Domenica.

Personalmente ho vissuto i sentimenti che i cattolici di Abitene, martiri della fine del 2° sec. dell’era cristiana -uccisi perché non rispettavano l’ordine dell’imperatore che vietava le riunioni domenicali – hanno trasmesso alla storia:

con orgoglio e profonda fede essi affermarono pubblicamente: senza la Domenica noi non possiamo vivere.  

Non solo, ma quest’anno la quaresima continua ancora e la Pasqua, la Festa delle Feste Cristiane, la vivremo costretti nella Chiesa domestica della nostra famiglia.

Una realtà che ci deve far riflettere sia a livello personale, che comunitario.

In verità, nella nostra società la Quaresima e la Pasqua stava diventando, se non era già diventata per alcuni, una pura e semplice tradizione da vivere superficialmente, svuotata del suo significato più vero e cristiano:

la partecipazione cioè al mistero pasquale di Cristo.

E allora, al di là della umana sofferenza, paura ed ansia che ha coinvolto tutti in questo tremendo periodo del coronavirus, credo che una domanda è d’obbligo: quale insegnamento ci consegna il tempo della pandemia?

Sappiamo bene che il Signore non ci abbandona mai.

Intuiamo nel discernimento dello Spirito Santo che in questo momento si sta realizzando una purificazione profonda, non solo in noi stessi ma nell’intera comunità cristiana, e che questo passaggio ha a che fare con la Pasqua di Gesù.

Abbiamo vissuto una Quaresima che ci segnerà profondamente, perché ci ha spinto ad entrare, attraverso la vita, nella Sapienza della Croce, forse come non mai abbiamo vissuto la quaresima nella sua vera essenza.

Ciò che Gesù ha vissuto nella sua persona, anche noi siamo chiamati a viverlo nella nostra vita.

In questo sta la validità del tempo liturgico della Quaresima e della Pasqua: saper morire al peccato, ai vizi, ad una vita solo mondana, per far vivere in noi la vita secondo lo Spirito di Cristo risorto.

Speriamo fra non molto di ritornare alla vita “normale”; l’augurio che faccio a me e tutta la Comunità Cristiana e civile di Cisternino è che avendo sperimentato l’assenza della Comunità facciamo in modo che nulla ritorni ad essere come prima: mai più una comunità in cui domina il sospetto, l’arroganza, la diffidenza la malvagità, il puntare il dito contro gli altri.

Se davvero la Comunità ci è mancata, allora facciamo in modo di saper vivere in società ed in comunità come amici e fratelli.

In questi mesi in cui siamo rimasti a casa tutti abbiamo riscoperto anche la grandezza e il valore primordiale della famiglia, che la società frenetica  moderna aveva vanificata.

Ma specialmente per i cristiani, che hanno più volte detto in questo periodo che è mancato tanto la Chiesa, il sacramento dell’Eucaristia e della Confessione, il ritrovarsi la Domenica nell’Assemblea liturgia della Messa.

Vuol dire che oltre a riprendere le nostre belle abitudini, dovremo anche viverli questi momenti come importanti, indispensabili ed anche far si ché essi incidano veramente sullo stile di vita cristiana che dobbiamo necessariamente portare nella vita quotidiana.

In questo periodo di quarantena si è detto pure che nulla sarà più come  prima.

E questo vuol dire che abbiamo il dovere di cogliere questo evento epocale come un insegnamento di vita per l’uomo:

la sua salute e i valori umani che lo rendono grande vengono prima di ogni altra esigenza sia essa importante.

Contemplando la Risurrezione di Gesù e nell’augurare una santa e vera Pasqua, desidero per tutti una vita nuova:

più gioiosa, più bella, più sincera impegnandoci a costruire rapporti umani, familiari e sociali nella fraterna accoglienza e rispetto reciproco.

Pasqua di Resurrezione 2020

                                                                                  Sac. Carmelo Semeraro

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