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Riaperture in fase 2 anche a Cisternino

Quali le cialtronerie e quali misure preventive concrete bisognerà attuare per le riaperture in fase2 anche a Cisternino?

Riaperture in fase 2 anche a Cisternino

Le riaperture in fase2 anche a Cisternino non saranno semplici. Abbiamo chiesto a Rocco Caliandro di spiegarci quali saranno le direttive da seguire al fine di ripartire con la serenità e la consapevolezza che servono ad evitare il più possibile potenziali contagi da COVID-19

Si potrebbe scrivere un libro, se solo avessimo in questi giorni il tempo di appuntare nero su bianco tutte le cialtronerie, spesso con finalità di sciacallaggio, che sono state proposte a diversi esercenti e imprenditori italiani e cistranesi.

Premesso che una delle maggiori fabbriche di informazioni ambigue, la TV, ha dato un grande contributo a creare confusione, annunciando pannelli trasparenti sui tavoli dei ristoranti o sulle spiagge tra un ombrellone e un altro, mi pare ovvio che poi, a cascata, sui social e per strada si incontrino improvvisati “specialisti” virologi o igienisti, pronti a suggerire e vendere (a costi triplicati rispetto ai listini del 2019) ogni diavoleria che, ahimè, spesso risulta solo utile a impoverire le già compromesse tasche della micro e piccola imprenditoria locale.

Bene, proverò a tranquillizzare gli animi, al fine di incoraggiare gli interessati a ripartire con la serenità e la consapevolezza che servono ad evitare il più possibile potenziali contagi da SARS-Cov-2, sottolineando che oltre l’ormai noto protocollo del 14 marzo per la sicurezza dei lavoratori dipendenti, la parola finale sui molti dettagli tecnico pratici la daranno le auspicate Circolari Ministeriali (soprattutto del Ministero della Salute) oltre ai prossimi decreti presidenziali che apprenderemo tutti, me compreso, solo quando saranno pubblicati dai canali governativi ufficiali.

Le indicazioni che seguono sono dunque concrete ipotesi, di riaperture in fase2 a Cisternino, che si elencano e descrivono, dopo avere ovviamente approfondito ogni recente normativa o altra pubblicazione da fonti ufficiali.

Questo è anche il frutto di un decennio di esperienza nel settore, prima come libero professionista, ora come Ispettore di Igiene del Dipartimento di Prevenzione della ASL di Lecce.

L’ABC, sicuramente, sarà sempre quello ormai noto a tutti :

riaperture in fase2 anche a Cisternino

DISTANZIAMENTO SOCIALE

Al di fuori delle mura domestiche resterà fondamentale questa misura preventiva. Un metro nei luoghi più affollati o stretti, meglio due metri per sentirsi davvero al sicuro e dove l’ambiente lo permette, sono le distanze sociali utili a evitare che il cosiddetto droplet, cioè le piccolissime goccioline di saliva potenziale veicolo del virus, arrivi con molta probabilità alle nostre vie respiratorie o all’epitelio congiuntivale dei nostri occhi che possono essere via d’ingresso di virus e altri microrganismi.

IGIENE DELLE VIE RESPIRATORIE

Siete operatori sanitari coinvolti in attività con pazienti CoViD positivi o sospetti? NO. Bene! L’unica cosa di cui dovreste preoccuparvi è schermare naso e bocca. Quindi, che sia una mascherina cosiddetta chirurgica o altro tipo di mascherina semi-facciale di un qualsiasi tessuto tale da assicurare che il droplet da voi emesso non sia disperso nell’ambiente, va già benone. È importante però, per la vostra sicurezza, che intorno a voi ci sia gente che abbia lo stesso tipo di barriera o che sia a debita distanza, se non indossa alcuna barriera delle vie respiratorie.

I dispositivi di protezione individuale (DPI) veri e propri, ovvero le ormai note (a tutti) ffp2 / ffp3 ai sensi della norma tecnica EN 149:2009 (o 2001 per le mascherine precedentemente certificate) lasciateli stare, servono agli addetti ai lavori. Servono a medici e operatori sul campo di battaglia, servono ai lavoratori di particolari settori produttivi (falegnamerie, edilizia) in cui si producono polveri insalubri, i quali, per colpa di alcuni cittadini con la mania egoistica di avere mascherine ‘buone’ per andare a fare la spesa, stanno avendo serie difficoltà nel reperire tali dispositivi e quindi svolgere il proprio lavoro in sicurezza!

Le mascherine o altre barriere che dovete indossare sono, quindi, utili a proteggere la comunità e se l’intera comunità stessa andrà in questa direzione, la vostra personale protezione sarà dunque assicurata e garantita. Questo è l’umano e altruista approccio che la scienza chiede al mondo intero di adottare.

Importante consiglio: non riutilizzate per più giorni mascherine chirurgiche monouso e, se usate mascherine lavabili/riutilizzabili, lavatele a temperature di 60°C o più alte, meglio se con l’azione congiunta di sostanze igienizzanti.

IGIENE DELLE MANI

Acqua e sapone, da sempre sono la miglior soluzione. Anche durante questa emergenza! Non servono saponi igienizzanti, sanificanti, biocidi, ma piuttosto serve solo un’attenzione particolare a lavare le mani in modo accurato, arrivando ai polsi, passando e ripassando per ogni angolo di palmo, dorso e dita, compresa la zona sotto le unghie che si suggerisce di tenere corte. Evitare di indossare monili (anelli, bracciali, orologi) è molto importante, quanto meno durante il lavaggio delle mani e l’attività lavorativa.

L’uso di gel idroalcolico è fortemente suggerito, al fine di aumentare notevolmente l’igiene delle mani durante la giornata. L’alcool etilico presente in questi gel aggredisce in modo importante i microrganismi, compresi i virus, eventualmente presenti sulle mani. Trattandosi di un prodotto cosmetico, ovvero una sostanza che viene in contatto con la pelle, deve essere conforme alla normativa, ovvero prodotto da aziende notificate, deve riportare in etichetta l’intero elenco degli ingredienti costituenti (dal quale potete verificare anche la quantità di alcool presente che dovrebbe essere uguale o superiore al 70%), la data di scadenza e il sito internet o contatto telefonico del fabbricante. Non necessariamente deve essere un prodotto registrato quale presidio medico chirurgico. Non esagerate nell’utilizzo e non sostituitelo ad un buon lavaggio di mani, quando possibile.

I guanti? Anche questi lasciamoli agli operatori sanitari, in quanto oltre al costo, se usati senza cognizione di causa, possono peggiorare l’igiene risultando anch’essi veicoli di contagio, oltre a rendere impossibili moltissime delle quotidiane attività lavorative e non.

IGIENE DEGLI AMBIENTI CHIUSI (INDOOR)

I locali di qualunque tipo, frequentati da persone, specie se pubblici esercizi, attività commerciali o produttive, devono essere sempre mantenuti in buono stato, puliti e, mai come ora, il più possibile SANIFICATI. Due lavaggi al giorno (almeno su pavimenti e superfici esposte, e periodiche sanificazioni, dice l’allegato V dell’ultimo DPCM 26 aprile 2020).

Cosa significa SANIFICARE? Sinonimo di disinfettare, ovvero abbattere la maggior parte dei microrganismi presenti su una superficie e ben diverso dal termine sterilizzare che invece vuol dire eliminare tutte le forme vitali su una superficie.

Tutte le aziende del settore alimentare hanno da sempre l’obbligo di sanificare i locali, le attrezzature, nonché garantire l’igiene degli operatori, al fine di garantire la salubrità delle sostanze alimentari prodotte e/o commercializzate. Quindi, al massimo, dovranno verificare di avere già valide procedure giornaliere e periodiche, di sanificazione, come l’approccio ‘h.a.c.c.p.’ per loro obbligatorio già dal lontano 2004. Le aziende non alimentari potranno dunque guardare all’approccio h.a.c.c.p. che ben conoscono i colleghi sopra menzionati e organizzarsi al fine di attuare in azienda questo tipo di procedure autonomamente, con tanto di registrazione degli interventi che si effettuano, non necessariamente ricorrendo ad aziende terze, talvolta improvvisate e senza neanche i veri e propri requisiti di legge per eseguire SANIFICAZIONE (la normale e comune impresa di pulizie non è di fatto specializzata nel disinfettare, a differenza di aziende del settore della disinfestazione, derattizzazione e disinfezione le quali devono anche avere un responsabile tecnico nell’organico aziendale).

Cosa usare per sanificare? Sostanze chimiche.

Il n.1 sicuramente è l’ipoclorito di sodio che, diluito in acqua e a contatto con l’ossigeno atmosferico, rilascia cloro attivo che risulta essere il miglior sanificante chimico. Quindi scegliendo la cosiddetta candeggina (che però contiene anche carbonato di sodio e idrossido di sodio) o altri formulati commerciali e professionali a base di ipoclorito di sodio, farete l’acquisto giusto e neanche tanto costoso. Guardate la percentuale di ipoclorito che è presente nel prodotto, e considerate che dovete diluirlo in acqua, arrivando ad una concentrazione di ipoclorito dell’1% (ad esempio se userete la classica candeggina, diluitela in circa 4 parti di acqua per avere una concentrazione di ipoclorito dell’1%). Di fondamentale importanza sarà il tempo di permanenza sulle superfici, che deve essere di minimo 5 minuti, se 10 meglio, al quale seguirà un buon risciacquo e l’areazione dei locali.

Attenzione: l’ipoclorito se inalato può essere irritante o se a contatto con la pelle può addirittura corrodere in modo importante la cute, specie se ad alte concentrazioni, quindi assicurate la protezione della pelle di chi esegue le attività di sanificazione (con guanti idonei) e fate in modo da avere un ricambio d’aria costante nei locali. Inoltre, se intendete irrorare o nebulizzare questa miscela nel locale, dotatevi di maschere con filtri per sostanze chimiche di tipo ABEK e idonei occhiali che aderiscano alla faccia senza lasciar passare aria (come le maschere da sub).

Al secondo posto della classifica delle sostanze chimiche che, anche il Ministero della Salute cita nella circolare del 22 febbraio 2020, risultano efficaci ad abbattere eventuale presenza di microrganismi tra cui il maledetto Coronavirus, troviamo il famosissimo “spirito”, tecnicamente chiamato alcool etilico denaturato, ormai introvabile nella maggior parte di attività commerciali e per i più fortunati, acquistato a peso d’oro. Anche se non arriva al potere sanificante del cloro, l’alcool etilico ha invece bisogno di meno tempo per espletare la sua azione sanificante e soprattutto non necessita di risciacquo dopo l’utilizzo sulle superfici da sanificare.

Controllate di acquistare alcool al 70% o, meglio, a percentuali più alte, pena l’inefficacia dell’azione sanificante e prestate molta attenzione al fatto che si tratta di una sostanza altamente infiammabile e con una tensione di vapore alta, il che significa che evapora rapidamente creando in poco tempo una potenziale atmosfera esplosiva se l’ambiente chiuso dove lo si adopera non è arieggiato o se comunque ci sono fonti di innesco nell’ambiente.

Poi ci sono tante altre sostanze chimiche usate in vari settori e per diverse tipologie d’uso, siano esse sostanze o miscele registrate quali presidio medico chirurgico o no; cito giusto alcune quali l’acqua ossigenata, l’acido peracetico, l’alcool isopropilico o l’etanolo.

Parlando di sanificazione sono costretto a parlare anche di ozono. Dico costretto perché io personalmente limiterei l’uso dell’ozono solo ad abitacoli o cabine di autoveicoli e alla lotta ad alcuni infestanti (animali quindi, non microrganismi), pur tuttavia in questi giorni pare esserci una ‘corsa all’ozono’ a dir poco penosa.

Sono duro con l’ozono, come potete sicuramente percepire, per due motivi che ritengo essere seri:

  • È un inquinante ambientale, nonché tossico per l’uomo anche a basse concentrazioni;
  • Se non usato in modo professionale e certo, è inutile o solamente dannoso per i due motivi del punto precedente.

Cerco di approfondire, sperando di risultare comprensibile.

L’ozono è una molecola composta da 3 atomi di ossigeno (O3) uniti a seguito di una particolare reazione che aggiunge un atomo al normale e vitale ossigeno respirabile (O2). Questa molecola non dovrebbe essere presente nell’atmosfera terrestre in quanto risulta tossica per tutte le forme di vita (piante e animali, tra cui l’uomo). Piuttosto è molto utile nella troposfera dove invece è naturalmente presente e svolge l’azione di filtrare i raggi UV che giungono dal Sole. Purtroppo nessuno dei rampanti esperti di ozono, quando propone agli imprenditori l’acquisto di macchine ozonizzatrici come fossero ventilatori o stufe, parla della tossicità e della pericolosità ambientale della molecola triatomica e, sono certo, quasi nessun venditore di ozono conosce a fondo quali e quanti calcoli sarebbe necessario fare, dai reali “tempi di saturazione” del locale, considerando volumetria, correnti d’aria quasi sempre presenti anche a porte e finestre chiuse (gli spifferi), altre variabili spesso ignorate, per cui si renderebbe necessaria anche e soprattutto una rilevazione con strumentazione affidabile, costosa anch’essa! Forse qualcuno di loro non riesce a distinguere neanche la differenza tra mg/mc e ppm, unità di misura del settore. Figuriamoci i cittadini titolari di attività aperte al pubblico che sicuramente sanno fare bene il loro mestiere, ma non possono di certo conoscere alcuni dettagli e quindi poter essere certi che un trattamento con ozono di questo genere sia stato effettivamente sanificante o solamente nocivo.

C’è chi, addirittura, propone apparecchi che emettono basse concentrazioni di ozono che, a detta loro, possono essere usati anche in presenza di pubblico. Ahimè, l’unica azione che potrebbero espletare, oltre quella potenzialmente tossica se mal proporzionati al locale, sarebbe quella di deodorare l’ambiente, il che si tradurrebbe in una lotta ad un eventuale cattivo odore e non più al Coronavirus.

Per tanto il mio suggerimento è quello di affidarvi al vostro buon senso per mantenere alto il livello di attenzione ed organizzare le misure atte a garantire la giusta prevenzione a questa minaccia che resterà incombente ancora per qualche mese!   

Sperando di esservi stato utile e con la volontà di approfondire altri temi simili, come ad esempio quali misure preventive dovranno adottare parrucchieri/e ed estetiste o altre attività particolarmente a rischio, anch’esse in riapertura in fase2 a Cisternino.

Vi invito a scrivere all’indirizzo della redazione porta.grande@libero.it

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