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Truffa ai danni di un concittadino di Caranna: come tutelarli?

-di Marzia Galasso-

A Cisternino ancora la truffa dello specchietto

Quasi ogni giorno si sentono e leggono notizie di truffe ai danni degli anziani, quella che vi raccontiamo oggi è ancora la nota truffa dello specchietto e ha come protagonista un uomo di Caranna (contrada di Cisternino) ma, per rispetto della sua privacy, non ne verrà svelata l’identità.

A Cisternino ancora la truffa dello specchietto
A Cisternino ancora la truffa dello specchietto

Si tratta di uno dei tre casi di cui fin ora ci è pervenuta notizia. Uno nella frazione di Casalini e uno alla periferia di Cisternino, questa la storia pervenutaci.

Una mattina di qualche giorno fa, forse lunedì, verso le 10.30, in prossimità dell’uscita di via Pozzo Palombo, supera con la sua macchina un’auto ferma sulla strada. Poco dopo, sente un forte rumore sulla sua vettura ma, pensando a un sasso sulla careggiata, prosegue la marcia. Passa poco tempo da che quella misteriosa vettura lo superi nuovamente e il conducente gli chiede di accostare.

Una volta fermatisi entrambi, l’autista dice all’anziano che, nel sorpassarlo, gli aveva urtato e danneggiato lo specchietto, un sinistro, a detta del guidatore, di € 200. Immediata la reazione dell’anziano nel mettersi a disposizione per fare la stipula dell’assicurazione. Qui, scatta la truffa. L’uomo sulla cinquantina che aveva di fronte gli consiglia di pagare in denaro per evitare il conseguente aumento della polizza assicurativa a causa dell’incidente. L’anziano accetta dandogli tutto quello che aveva con sé, cinquanta euro.

L’anziano turbato, resosi conto di essere stato truffato, si è confidato con un amico, non ha raccontato nulla ai parenti per la vergogna di essersi lasciato raggirare.

Come si legge nel report del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, stilato ad agosto di quest’anno:

L’anziano che subisce una truffa […] sopporta spesso un duplice danno (c.d.
vittimizzazione secondaria), quello economico e quello, forse più grave e difficile da superare, di natura psicologica, costituito dalla vergogna, dal riconoscersi inadeguato o troppo ingenuo.
Sentimenti, questi, che potrebbero provocare nella vittima una situazione di isolamento non facile da rimuovere e, nei casi più gravi, portare a stati di depressione.           
Questo “frequente comprensibile ma ingiustificato sentimento di vergogna di colui che è raggirato, porta spesso ad omettere di rivolgersi alle Forze di polizia ed ai familiari” e ciò accresce il cosiddetto “numero oscuro”, ovvero i reati non denunciati alle Forze dell’ordine, non consentendo così, di valutare il fenomeno nella sua effettiva dimensione e portata.

Secondo l’analisi regionale delle truffe condotta nel 2019, la Puglia non sarebbe una zona ad alto rischio. Come accade con Piemonte, Lombardia, Liguria, Emilia Romagna e Campania ma ciò non deve essere motivo di trascuratezza.

Diventa fondamentale attivare delle campagne di prevenzione e, da questo punto di vista, le forze di polizia sono già attive sul territorio nazionale con diverse iniziative come controllo del territorio per mezzo delle pattuglie, campagne informative, incontri con direttori di banche e uffici postali che possano segnalare possibili azioni di truffa, possibilità di denuncia dal proprio domicilio, colloqui con le vittime, attivazione di una rete sociale di protezione e piani di assistenza per il periodo estivo che coinvolgano gli assistenti sociali.

A questo bisognerebbe aggiungere un aggravante sulle sanzioni nei confronti dei truffatori che abbiano raggirato le così dette “categorie a rischio”. Un primo passo è fatto con la legge n.94 del 15 luglio 2009 che comporta un aumento della pena fino a un 1/3. Quindi, possibilità di sanzione da 309 a 1549 euro e di reclusione da uno a cinque anni.

I casi di truffa non si sono fermati durante la quarantena. Iin tanti si sono presentati con una divisa alle porte degli anziani facendo leva sulle difficoltà del periodo. Da parte della società tutta ci deve essere lo sforzo di tutelare queste categorie troppo spesso abbandonate. L’imperativo è parlare. Questo è lo strumento principe affinché possa innescarsi una reazione d’intervento che possa aiutare la popolazione anziana del nostro Paese e non solo. 

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