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Cina: da Marco Polo alla nuova egemonia

Cina: da Marco Polo alla nuova egemonia. Il Festival delle Penne Libere  2024, organizzato dall’associazione Pro Cisternino, arriva alla sua seconda edizione a Cisternino.

Cina: e Marco Polo
La Cina: e Marco Polo

Quest’anno il Festival si suddivide in due serate (13 e 14 settembre)  caratterizzate da panel distribuiti in quattro location diverse per un confronto diretto con esperti del settore su tematiche calde: dalle fonti rinnovabili al risparmio energetico.

Nella prima serata presso Corso Umberto si è tenuto l’incontro intitolato “Cina: da Marco Polo alla nuova egemonia” presenziato da illustri  ospiti:  il docente universitario Vito Bianchi, l’ingegnere minerario Giovanni Brussato e l’editorialista Fabio Modesti, moderati dal giornalista Franco Lisi.

Vito Bianchi: “Marco Polo, il mercante che scoprì l’Oriente, rivoluzionando il mondo”
Giovanni Brussato: “Il futuro dell’approvvigionamento cinese delle materie prime  passerà attraverso l’Africa”

Vito Bianchi, docente universitario, scrittore e archeologo ha raccontato la nascita dell’incontro tra  l’Occidente e l’Oriente grazie  a Marco Polo, mercante veneziano ignaro che nel 1271 avrebbe iniziato un viaggio rivoluzionario per il futuro dell’occidente. La figura del veneziano  Marco Polo ( 1254-1324), spiega il professor Bianchi, non è molto nota. Il suo  viaggio  verso il più grande impero  che la storia dell’uomo abbia mai conosciuto, l’impero mongolo fondato da Gengis Khan, ha di fatto aperto  l’occidente ad un mondo fin lì soltanto immaginato. Inoltre, tra il XII° e XIII° secolo una rivoluzione si innescò anche nel nostro territorio in quanto una società occidentale in fermento  e in crescita richiedeva continuamente nuovi prodotti.  Aumentava la popolazione, nascevano i comuni italiani e il sostentamento diventava una priorità. L’impero mongolo con la sua immensa estensione rappresentava il futuro per tutto l’occidente. L’Italia importava spezie, pietre preziose e materiali evocatori di  bellezza dall’oriente. Per la prima volta grazie a Marco Polo l’Occidente si rese conto dell’importanza della Cina.

Giovanni Brussato,  ingegnere minerario e  scrittore, durante il panel ha evidenziato che oggi qualsiasi tecnologia  dai pannelli fotovoltaici alle turbine eoliche  dipende dall’estrazione mineraria e in particolar modo dei metalli . In realtà  la Cina non ha le risorse  sul  suo territorio nonostante il controllo della filiera a livello globale. La Cina è dotata di una rete di approvvigionamenti  attraverso la quale  riesce ad acquisire tutta quella parte di materie prime di cui non dispone sul suo territorio.

La Cina contiene al suo interno le tecnologie per la raffinazione dei metalli e oggi molti di questi metalli sono estratti in diverse parti del mondo  e successivamente inviati in Cina per essere raffinate  e trasformati in prodotti finiti (dai telefoni cellulari alle più note auto elettriche).  Oggi la filiera dei magneti permanenti è per il 95% in mano cinese  così come  la raffinazione dei metalli per la produzione dei semiconduttori. Il futuro dell’approvvigionamento globale passerà attraverso l’Africa  e la Cina ha avuto la capacità  di essere accolta in questi paesi e aver sviluppato al loro interno infrastrutture. La Cina ha identificato nelle Energie Verdi un modo per sostituire l’acciaio  con  le nuove tecnologie ( le batterie, le auto elettriche e i pannelli fotovoltaici). Pechino continua ad avere bisogno delle esportazioni e conquistare nuovi mercati.

Fabio Modesti: “la ricerca scientifica è il futuro, ma in Europa  è vista con un atteggiamento demoniaco”

Fabio Modesti, editorialista del Corriere del Mezzogiorno ha analizzato la problematica dell’alimentazione globale. La continua espansione demografica della Cina che supera ormai un miliardo. Questo pone un serio problema di approvvigionamento degli alimenti tanto da essere caratterizzata da allevamenti  in cui migliaia di suini vivono in mezzo metro di spazio all’interno di  impressionanti grattacieli.

La ricerca scientifica è il futuro ed è talmente avanzata, spiega Modesti,  che è possibile che si arrivi ad una quantità di produzione di cibo senza ricorrere ad uso smodato di antiparassitari e di diserbanti.

In Europa la ricerca scientifica  è sempre vista con un atteggiamento demoniaco. Nel nostro territorio la coltivazione di organismi geneticamente modificati è ancora un problema senza considerare che nel 2050 la popolazione mondiale si aggirerà intorno ai 10 miliardi  circa.

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